Chi sono i difensori contemporanei di una nazione?
di Marta Nykytchuk
Tutte le immagini sono tratte dal video Герой із тисячею облич.
In un modo o in un altro, ognuno di noi cerca di fare il possibile per eliminare dalla nostra mente i ricordi peggiori, situazioni sgradevoli e momenti dolorosi. Tuttavia, è attraversando i momenti difficili che i più grandi scrittori, autori, e poeti hanno creato le loro opere più famose; o è proprio a causa dei ricordi più dolorosi che si può esser spinti per creare dei momenti migliori e godersi ciò che verrà.
Jospeh Campbell, un tempo, disse: “We must be willing to let go of the life we planned so as to have the life that is waiting for us.” Che in italiano andrebbe a significare “Dobbiamo essere disposti a lasciare andare la vita che abbiamo pianificato per avere la vita che ci aspetta.” È una frase che può ricordarci e farci rivivere mille momenti, e farci capire che non sempre è possibile vivere ciò che abbiamo provato a pianificare e organizzare per il futuro, spesso, infatti, possono accadere degli imprevisti, momenti difficili e dolorosi che ci possono sembrare insuperabili. A volte, dobbiamo essere in grado di lasciare andare ciò che avevamo programmato, pianificato poiché il futuro ci può davvero sorprendere! Infatti, mai si dimenticherà di ciò che sta accadendo da più di due anni sul territorio ucraino. Come difatti, ogni cittadino ucraino, come tutti gli esseri umani, aveva dei progetti, desideri e sogni da realizzare, ma con la mobilitazione e lo scoppio della guerra, molti dei seguenti sogni e progetti non sono più realizzabili per alcuni, ma in “stand by” per molti altri.
Ciò che sicuramente si può notare del popolo ucraino è che la loro speranza non muore mai, moltissimi giovani combattono per i loro sogni, per le loro famiglie, per la popolazione intera e per loro stessi. Moltissimi e con altrettante molteplici storie alle loro spalle, lottano per un futuro incerto, ma sicuramente ricco di aspettative e desideri da realizzare nonostante un presente doloroso, attraversato da lacrime.
Nonostante questo momento storico doloroso, il popolo ucraino non si scorda mai e celebra coloro che non ci sono più, ma che, in qualche modo, hanno contribuito alla difesa e al miglioramento della situazione odierna. Si tratta di molteplici donne e uomini, giovani e anziani, con o senza famiglia e ognuna ed ognuno con la propria storia ed i particolari che le e li rendono unici. Queste singolarità e le seguenti personalità si vedono celebrare nella prosa poetica di Tanya Yermak (termine specificato dalla scrittrice) dedicata a tutti coloro che hanno difeso (e continuano a difendere) la loro patria, la loro casa e le loro famiglie. Si tratta di un insieme di volti umani, tutti diversi ma che possono essere considerati dei veri e propri eroi.
Tanya Yermak, scrittrice, autrice e manager culturale, ha scritto il seguente testo all’incirca due anni fa per celebrare tutte le persone che non smettono di avere fiducia nella vittoria e, specialmente, tutti i difensori della patria che rischiano la loro vita quotidianamente, tutte le persone che non sono più in vita e quelle che tutt’ora combattono per la libertà.
Il titolo del componimento è ispirato al titolo del libro di Joseph Campbell “L’eroe dai mille volti” o, in lingua originale “The hero with a thousand faces”. Il testo è sottile e toccante, riesce a penetrare la pelle e fermare il respiro; trasmette Dolore. Rabbia. Calamità. Distruzione della coscienza. Odio. Disperazione. Amore. Compassione. Lacrime Abbraccio. Ringraziamenti. Lavoro, lavoro e tutt’ora tanto lavoro per la vittoria. Se ci pensiamo, la maggior parte delle persone che si sono arruolate, non erano dei veri e propri militari, non erano preparati a tutto ciò che i loro occhi hanno visto e a tutto ciò che hanno sentito in più di due anni. La guerra non è ancora terminata, ma le persone che l’hanno combattuta e che non ci sono più devono essere ricordate perché hanno dato un loro contributo, un loro aiuto, non importa per quanto tempo, loro ci sono stati e ognuno di loro che c’è stato, aveva una sua particolarità, un dettaglio e una storia da raccontare.
Di seguito la sua prosa poetica in lingua originale e la mia traduzione in italiano:
«Герой із тисячею облич»
Захисникам «Азовсталі»
У нього добрі очі.
У нього сумні очі.
У неї очі блакитні, величезні.
Він високий і кремезний.
Він ще вищий.
Він середнього зросту, міцно збитий.
Він схожий на … ага, точно.
Він чорнявий і широкоплечий.
Її фігуру підкреслює військова форма: ух!
Його хлоп’ячу чуприну скуйовдити – рука тягнеться.
Вона русява, коса з-під шолому.
Його борода розкішна: в екрані виглядає хвилястою і шовковистою.
Його голос низький, спокійний. «До» він теж розмовляв цим голосом. «До» він виглядав на свої двадцять дев’ять. Ось, на фото. Зараз він виглядає на…
Він красивий. Краси-и-и-и-вий. І мужній. І худий. Його не впізнати через вилиці й запалі щоки.
Вона гарно співає.
Він теж співає.
Вона дуже гарно співає.
Він любить розповідати про свою шестирічну донечку, Мар’янку. І про молодшу, Анну, яка народилася за тиждень «до». Щоби заснути, він згадує, як вона пахла.
Він має синочка Тимка й донечку Нінусю, дошкільнят. І дружину, якій готовий місяць з неба дістати.
Вона має найкращу маму: тільки з нею змогла б залишити своїх доньок.
Він попросив кохану вийти за нього заміж. Звідти прямо – взяв і попросив. На коліно став і руку простягнув. До екрана телефону. Під оплески всіх побратимів. Її щасливе обличчя! Заради цього щасливого обличчя… Зв’язок зник. Довго немає зв’язку. Але він знає її відповідь. Він мав час вивчити її, свою Настю. Тепер він мріє народити з нею сина. І доньку. І ще сина. І доньку ще.
Щоби так, як у нього, котрий вже має. Двійню! Але ще їх не бачив наживо. Зате бачив на фото. У телефоні. І на відео бачив. Однакові такі пупси. Юрко й Тарасик.
Він – футболіст.
Він – політик. Початківець.
Вона – психолог.
Він – фізик-ядерник.
Він – історик за професією, воїн за покликанням.
Вона – маркетолог. Тут – бойовий медик.
Інститут. Університет. Курси.
Він – професійний військовий.
І він.
І він.
І вона.
Ліцей, академія. Строкова служба. Контракт.
Він на війні вісім років. Вийшов з ротації за тиждень «до».
Він – українець. З Полтавщини.
Він – із Харкова. Українець.
Він – з Житомира.
Вона – з Донецька.
Він гаркавить. Так трішечки. Симпатично.
Він – львів’янин. Пластун.
А він – білорус. І не він один.
Він – кримчанин.
Він багато жартує.
І він.
І він.
Білоруська така подібна на українську.
Комусь англійською? – без проблем.
Вона сміється.
Вона лише усміхається.
А коли бій чи коли бомблять, то він, і він, і він на російську переходять.
А він – ні, ніколи. Принципово.
І він – ні. Йому легше – волиняка.
У ньому дев’ять ран. Він лежить вже місяць. І терпить.
Тому що він поруч – без ніг – теж терпить.
Він стогне.
Він мовчить.
Він марить. Але не скаржиться.
Ніхто не скаржиться. Навіть матерям. Тим більше матерям.
Вона добровільно до них приєдналася після того, як кілька років тому на тій самій війні загинув її єдиний 23-річний син. Вона теж загинула. Кілька днів тому. А може про це тільки написали кілька днів тому, а загинула вона в якийсь із останніх сімдесяти трьох днів їхньої боротьби в оточенні за Маріуполь.
Багато їх загинуло, але імен поки що не називають.
Так краще. Щоби ми вірили. Й чекали. Й не здавалися. Як він.
Він.
Він.
Вона.
Він.
І він.
Той, з прекрасними очима й глибоким голосом.
І та, яка так гарно співає.
“L’eroe dai mille volti”
Ai difensori di “Azovstal”
(Traduzione in italiano fatta da Marta Nykytchuk con il contributo di Lyuba Stupko)
I suoi occhi sono buoni.
I suoi occhi sono tristi.
Lei ha gli occhi celesti, enormi.
Lui è alto e forte.
Lui è ancora più alto.
Lui è di statura media, ben proporzionato.
Lui assomiglia a… ah sì, certo.
Lui è moro e ha le spalle larghe.
Le sue forme sono risaltate dalla divisa militare: wow!
Il suo ciuffo da ragazzino viene voglia di arruffarlo.
Lei è rossa con la treccia che spunta da sotto l’elmo.
La sua barba è attraente: sullo schermo sembra ondulata e setosa.
La sua voce è bassa, calma. Anche prima parlava con questa voce. Prima dimostrava ventinove anni. Eccolo nella foto. Ora ne dimostra…
Lui è bello. Be-e-e-e-llo. E coraggioso. E magro. È irriconoscibile a causa dei suoi zigomi e delle guance infossate.
Lei canta bene.
Anche lui canta.
Lei canta molto bene.
A lui piace parlare di sua figlia di sei anni, Maryanka, e della più piccola, Anna, nata proprio una settimana prima. Per addormentarsi lui ricorda come lei profumava.
Lui ha un figlio Tymko e una figlia Ninusia, piccolini. E una moglie a cui offrirebbe la luna del cielo.
Lei ha una madre bravissima e solo a lei avrebbe potuto lasciare le sue figlie.
Lui ha chiesto alla sua amata di sposarlo. L’ha chiesto direttamente da lì. Si è inginocchiato e ha teso la mano verso lo schermo del telefono, tra gli applausi di tutti i compagni e il viso felice di lei! Per la gioia di quel viso… La connessione si è interrotta. Già da tempo manca la connessione. Ma lui conosce la sua risposta. Ha avuto modo di conoscerla bene la sua Nastia. Ora sogna di avere un figlio con lei, e anche una figlia, e un altro figlio, e anche un’altra figlia. Per essere come quell’altro, che ha già dei gemelli! Ma non li ha ancora visti dal vivo, solamente nella foto sul telefono. E li ha visti in video. Sono così uguali i pupi, Yurko e Tarasyk.
Lui è un calciatore.
Lui è un politico, agli inizi della carriera.
Lei è una psicologa.
Lui è un fisico nucleare.
Lui è un professore di storia, combattente – per indole.
Lei è una consulente di marketing. Mentre qui è un medico di guerra.
Studi. Università. Corsi.
Lui è un militare di carriera.
E lui.
E lui.
E lei.
Liceo. Accademia. Servizio di leva. Contratti.
Lui è in guerra da otto anni. Ha avuto la licenza la settimana prima di…
Lui è ucraino, della regione di Poltava.
Lui è di Kharkiv, ucraino.
Lui è di Zhytomyr.
Lei è di Donetsk.
Lui ha la “r” moscia, ma solo pochino ed è simpatico.
Lui è di Lviv, è uno scout.
E lui è bielorusso, e non è l’unico.
Lui è di Crimea.
Lui scherza molto.
E anche lui.
E lui.
Il bielorusso è così simile alla lingua ucraina.
Preferisci in inglese? – Nessun problema.
Lei ride.
Lei sorride e basta.
E quando c’è una battaglia o un bombardamento, lui, lui e lui passano al russo.
E lui – no, mai. Per principio.
E lui non lo fa. Per lui è più facile: è di Volyn.
Lui ha nove ferite, è da un mese che giace lì. E resiste.
Poiché accanto c’e lui, senza gambe, e anche lui resiste.
Lui geme.
Lui tace.
Lui vaneggia, ma non si lamenta.
Nessuno si lamenta. Neanche con le madri. Soprattutto con le madri.
Lei si è unita a loro volontariamente dopo che il suo unico figlio di 23 anni è stato ucciso nella stessa guerra qualche anno fa. Anche lei è stata uccisa, pochi giorni fa. O forse ne hanno scritto solo pochi giorni fa, ed è morta in uno degli ultimi settantatre giorni della difesa nell’assedio di Mariupol.
Molti di loro sono caduti, ma i loro nomi non sono stati ancora comunicati.
Meglio così. Per farci sperare, aspettare e non arrenderci.
Come lui.
Lui.
Lui.
Lei.
Lui.
E lui.
Quello con gli occhi belli e la voce profonda.
E quella che canta così bene.
8 maggio 2022,
(Tradotto il 15 luglio 2023)
Nonostante la poesia parli già da sé, abbiamo tenuto a fare un’intervista alla scrittrice Tanya Yermak. La scrittrice, con grande passione ed emozione, ci ha specificato e spiegato che il titolo e la poesia – come idea di scrittura, il desiderio di lasciare un ringraziamento agli eroi e non dimenticarci di coloro che non ci sono più – sono sbocciati in maniera del tutto intrecciata. Tanya Yermak, sorridendo, ricorda bene i corsi letterari all’università ed il libro di Campbell lo conosceva già benissimo e, sempre sorridendo, lo mostra in diretta specificando il piacere che prova a rileggerlo di tanto in tanto. Ricordandosi del titolo del libro originale e degli eroi che possono dimostrarsi con mille volti diversi, Yermak ha pensato ai propri eroi e aveva già iniziato a scrivere la prosa che, in seguito, divenne una prosa poetica. Infatti, gli eroi c’erano già, hanno vissuto, combattuto, ognuno con una sua storia e con un volto diverso, mancava qualcuno che potesse scrivere di loro per ricordare chiunque non ci sia più. L’autrice sostiene che <<Il testo mi si è quasi trascritto da solo e, in un secondo, si è unito all’idea del titolo del libro di Joseph Campbell con l’immagine dei difensori dell’Azovstal: quelli che sono apparsi in onda nelle conferenze stampa e nei notiziari, sui quali sono stati scritti rapporti, che non sono stati trasmessi e non sono stati ancora ascoltati attraverso la stampa, ma che mi sembrava di conoscere già personalmente ognuno di loro, perché la tragedia della situazione in cui si trovavano questi soldati era penetrata profondamente nell’animo di ogni cittadino, di ogni persona. Sono tutti diversi e tutti hanno un comune codice patriottico invincibile.>>
Il testo poetico, di per sé, sembra molto specifico e tende a indicare e ad effettuare una ripetizione dei pronomi personali maschili “Lui” e femminili “Lei” che indicano ad essere dei veri e propri soggetti di questa poesia. Non si parla solo dello stesso “Lui” o “Lei”, ma sono tutti soggetti diversi, nuovi, non hanno nomi, ma indicano qualcuno che ogni lettore potrebbe riconoscere durante la lettura. Infatti, come sostiene Tanya Yermak, spesso e volentieri le capita che le persone si rivolgano a lei chiedendo se stesse descrivendo qualcuno di specifico. Ciò che si può specificare è che sicuramente non tutti i soggetti presenti cercano di rappresentare delle persone specifiche, ma, ad esempio colei che ha “gli occhi celesti” ricorda la ragazza dagli occhi celesti di Azovstal’ che non ha mai smesso di cantare.
È possibile dividere il poema in molteplici blocchi tematici tra cui: la descrizione fisica, affetti familiari, settore professionale, descrizione geografica, descrizione nazionale e quella dei feriti, della speranza e gli esempi di coloro che stanno sperando tutt’ora nel futuro migliore per non arrendersi. In più, è importante menzionare che, anche se nel testo leggiamo che sono passati i settanta sei giorni, in seguito ne erano passati ottanta tre data la conclusione della stessa poesia.
Al momento il poema è stato tradotto anche in lingua inglese da Nina Murray, poetessa e traduttrice americana originaria di Lviv. In seguito, un’amica della scrittrice, Elya Kreminska, ha consigliato di dare il testo al teatro per una lettura performativa. Il che, come idea e, dato che l’autrice già aveva delle idee ben chiare su come si immaginava i volti delle persone, ha preso quest’idea e l’ha portata avanti.
A seguire, un’altra amica, la direttrice dell’Assessorato alla Cultura di Mariupol, Diana Trima, voleva che gli attori del teatro drammaturgico di Mariupol rappresentassero la poesia, ma avevano appena lasciato il loro ambiente post bombardamento e avevano bisogno di un recupero psicologico. Per questo motivo la scrittrice si è rivolta a coloro che ammira e rispetta per l’esperienza della precedente cooperazione culturale: al teatro drammaturgico di Ivano-Frankivs’k e direttamente a Rostislav Derzypilskyi. L’autrice ha deciso di spiegare la sua visione della poesia e della performance e ha lasciato l’interpretazione agli attori. Il video è stato montato da Roman Turelyk, direttore di Suspilne Ivano Frankivs’k.
Per quanto riguarda la ripresa stessa e la performance che hanno creato gli attori: è un tandem di volontariato, dove ognuno svolge il proprio ruolo. Il risultato del video è un’opera dedicata ai difensori di Azovstal o, più ampiamente alle << le nostre forze armate>> che rimangono tutt’ora in piedi, invincibili.
Questo lavoro ha letteralmente fatto rivivere l’immagine dell’”eroe dai mille volti” ucraino. In un giorno ha ottenuto diverse centinaia di visualizzazioni sulla rete FB, in pochi giorni ci sono state più di un milione di visualizzazioni e decine di migliaia di condivisioni.
È possibile vedere il video sulla pagina YouTube, VEDI.
È un video forte e toccante al tempo stesso. Quasi un corto che non può che ricordarci tutte queste persone rappresentate attraverso voci e volti differenti collaborando, insieme, alla mimica ed i gesti e la velocità di lettura a volte.
Di Marta Nykytchuk vedi altri contributi qui.